L’importanza dei simboli per l’essere umano è ormai una consapevolezza largamente acquisita e in particolare lo è per i bambini, considerando la natura del loro ‘pensiero magico’. Proviamo con la parola CASA e facciamo qualche associazione. CASA a livello simbolico può far pensare a MAMMA, perché CASA è contenimento, involucro, protezione. Si sta nella casa come si è stati per nove mesi nell’ utero materno. CASA fa anche pensare a FAMIGLIA. La famiglia vive nella casa e il bambino si relaziona in questo luogo/spazio per la gran parte del suo tempo. Dunque, il disegno libero della casa ci parla del tipo di contenimento e del clima che il bambino respira in famiglia, ci parla di come è o di come si vorrebbe la propria famiglia. La CASA simbolicamente si relaziona anche al CORPO. Si abita in una CASA come si abita in un CORPO questo ha a che vedere con la percezione di sé. Negli anni ho potuto constatare come le tipologie di case espresse dai bambini siano veramente tante: dalla Casa-Castello, alla Casa-Scatola ne passeremo in rassegna un’ampia gamma, cercando di esplicitarne i messaggi. Ora alcuni disegni che esplicitano chiaramente le associazioni simboliche appena menzionate. Quello in apertura è il disegno di un bambino di terza elementare ‘Quando ero nella pancia della mamma’. Nel disegno la grande pancia della mamma, volutamente sproporzionata rispetto alla testa e agli arti, costituisce una sorta di casa all’interno della quale il bambino è racchiuso. Interessante notare le proporzioni dei due corpi che ci indicano che il disegnatore si percepiva già piuttosto grande nel grembo materno, si trattava infatti di un bimbo molto responsabilizzato dagli adulti. Nel seguente disegno libero di una bimba di terza elementare si vede molto chiaramente l’aspetto antropomorfo della casa che qui è rappresenta come un volto semiovale dall’espressione stralunata e triste. Le lunghe orecchie appuntite ci narrano di un’autostima carente. La bambina ci sta parlando di se stessa in relazione alla sua famiglia. La casa mette in evidenza una relazione vissuta come problematica, tutte le finestre sono sbarrate come quelle di una prigione. L’albero di destra rosso rappresenta simbolicamente la figura paterna, quello di sinistra verde la figura materna e la bambina-casa/volto si trova in mezzo ai due. La sottolineatura delle cortecce degli alberi composte di tanti quadrati indicano una posizione di difesa da parte degli adulti, gli alberi senza chioma, ma forniti solo di stecchi spogli e grigi indicano la mancanza di risorse: la bambina si trovava al centro di un conflitto di coppia e ne soffriva. Che il disegno esprima disagio e sofferenza lo si nota anche da un primo e rapido sguardo, anche se i colori sono accesi e marcati e questo succede spesso quando i bambini, per amore, fanno buon viso a cattivo gioco.
Il disegno successivo eseguito con le cere da una bimba di nove anni rappresenta la casa dove lei vorrebbe abitare. E’ molto evidente come la casa dei suoi sogni abbia le fattezze stilizzate di un corpo sinuoso e un po’ accovacciato, ricolmo di colori armoniosamente accostati. Il tratto puntuto utilizzato per la linea di terra ci racconta però di una realtà percepita come piuttosto scomoda. Della spiccata creatività espressa nella casa non vi è nessuna traccia nell’albero a destra che è in proporzione molto piccolo e marginale. La piccola artista era una bimba molto creativa, ma che cercava sempre di passare inosservata. E’ chiaro che quando l’originalità non viene apprezzata dal proprio entourage il bambino tende ad adattarsi e a non mostrarsi. L’albero dunque rappresenta come lei si pone nei confronti degli altri ,mentre il disegno della casa rappresenta la sua più genuina e creativa interiorità, quella che poi lei espresse durante i laboratori di arte terapia.
Ora focalizziamoci su qualche associazione simbolica relativa all’ ALBERO. L’ALBERO può far pensare all’ ESSERE UMANO. Ci sono moltissime similitudini tra noi e gli alberi: le radici sono i nostri piedi che poggiano sulla terra, anche se non sono ad essa ancorati in maniera fissa; nel nostro corpo c’è un tronco, dove risiedono i nostri organi vitali; i nostri rami sono costituiti dalle braccia e dalle mani, e anche noi abbiamo sulla testa una chioma, più o meno rigogliosa. Come il sangue scorre nelle nostre vene, scorre la linfa nell’albero. Come l’albero, respiriamo, inspiriamo ossigeno ed espiriamo anidride carbonica, l’esatto inverso di quel che fa la pianta che si nutre di anidride carbonica producendo ossigeno: le respirazioni sono complementari. Come l’albero abbiamo bisogno di calore per crescere: il calore del sole per l’albero e per gli esseri umani il calore e l’affetto che viene dai genitori. Sotto vedete un disegno di un bambino di 7 anni eseguito con i colori a cera. L’ albero ha sembianze decisamente umane con due rami-braccia ai lati. L’ho chiamato ALBERO CROCE molto significativo per il suo simbolismo, infatti il bambino viveva in un ambiente familiare molto conflittuale e ne soffriva parecchio. Anche in questo albero la corteccia è rimarcata per cui lui cercava di difendersi.
L’ albero che segue, l’ho denominato ‘SAN SEBASTIANO’ perché mi ricorda la famosa iconografia del santo a motivo dei 7 rametti che sembrano delle frecce conficcate nella corteccia. La chioma – testa piuttosto schiacciata indica uno stato di costrizione, poi sono espresse le radici molto piccole in rapporto alla sua altezza. Siccome l’albero è anche il simbolo del sé, cioè degli aspetti più autentici della personalità, la bambina attraverso di esso ci parla della situazione in cui si trova coinvolta.
ALBERO fa pensare anche a FAMIGLIA, infatti esiste L’ ALBERO GENEALOGICO che si riferisce a tutti quelli che ci precedono a partire dai genitori, poi i nonni, per arrivare ai bisnonni , ai trisavoli e così via, fino a dove giunge la memoria. Noi siamo il prodotto di molte generazioni e spesso siamo legati a persone del nostro albero da vincoli invisibili ed inconsapevoli , ma molto attivi. Qui sotto vediamo l’albero genealogico di una bambina di 6 anni eseguito insieme alla sua famiglia con faccine di pasta e sale. Ognuno aveva riprodotto se stesso, poi i genitori insieme ai figli avevano rappresentato i nonni paterni e materni. Interessante è notare le diverse espressioni delle faccine. L’espressione della bimba che si era messa tra i due fratelli maschi essendo la secondogenita è tra lo stupito e il perplesso e si associa all’espressione perplessa della madre a destra, i due fratelli invece hanno la stessa espressione sorridente del padre a sinistra. L’unica persona dall’espressione triste è il nonno materno morto giovanissimo senza aver conoscioto né figlia né nipoti.
Tantissime sono le tipologie di alberi e case disegnate dai bambini e nel prossimo articolo ne vedremo un’ampia carrellata.
Maria Teresa Cardarelli-Febbraio 2016