
La Fiber Art anche conosciuta come Textile Art, Fiber Work, Art Fabric, Nouvelle Tapisserie e Soft Sculpture, si sviluppa in modo significativo negli anni sessanta a partire dalle Biennali di Losanna che ne riuniscono le esperienze e ne siglano l’identità. Oggi viene praticata da numerosi artisti e si è imposta nel panorama dell’arte contemporanea per un approccio di ricerca molto variegato. Questa espressione artistica ha le sue radici nelle avanguardie futuriste e dadaiste che hanno introdotto polemicamente nelle loro opere i materiali più eterogenei. Ciò che accomuna le opere di Fiber Art sono le possibilità offerte dall’utilizzo di fili e tessuti integrati a tecniche che non prevedono però l’uso del telaio. Possiamo dire che tutto ciò che è flessibile è tessile e rientra nella Fiber Art: filati, corde, strisce di carta e tessuto, fibre vegetali e ramoscelli, feltro, fili di metallo e di plastica, ma anche la stampa su tessuto eseguita con pizzi, foglie, erbe, elastici, fili ecc. Le forme della Fiber Art spaziano dal quadro, alla scultura, all’installazione. La 57esima biennale di Venezia curata da Christine Macel, presenta una ventina di sculture della statunitense Judith Scott (1943-2005) una delle maggiori esponenti statunitensi della Fiber Art. Nonostante questa artista fosse affetta da sindrome di down e da sordità, con il sostegno della sorella, poté esprimersi a tutto tondo con la sua arte, regalandoci emozioni profonde e colorate. Un laboratorio di Fiber Art ispirato al lavoro di questa artista è stato proposto anche alla formazione permanente AIMAT (Associazione Italiana MusicArTerapeuti) svoltasi a Roma nel maggio 2017. Il video in apertura si riferisce ad un open di Fiber Art adulti con l’utilizzo del Lanone della ceramista Rita Lugli. L’open si è svolto presso il Taulab di Carpi, dove, prossimamente , verrà proposto un percorso artistico-espressivo che utilizzerà le poliedriche tecniche della Fiber Art per la realizzazione di una fiaba.
Teresa Cardarelli