Non vi sentite tanto in forma, dormite poco e male? Fate fatica a digerire, vi brucia lo stomaco o avete l’intestino irritato? O forse vi sentite un cerchio alla testa che non vi abbandona e non si tratta certo di un’aureola? Non fate che grattarvi per allergie ed eczemi o soffrite di mal di schiena nonostante le abbiate provate tutte? Insomma, avete un po’ di umor nero che si insinua nelle vostre frenetiche giornate? Negli anni ’60 il simpatico signor Calindri seduto ad un piccolo tavolo da bar in mezzo al traffico cittadino invitava così i suoi telespettatori ‘Contro il logorio della vita moderna bevete Cynar! Nel 2007 Elio e le Storie Tese, nelle vesti di stilisti milanesi, hanno riproposto l’amaro Carciof One: il carciofo appunto. Al di là delle sue intrinseche e benefiche proprietà desidero portare per un attimo la vostra attenzione su questo simpatico ortaggio proprio per come è fatto, cioè per la sua estetica. Tante foglie accartocciate l’una sull’altra che abbracciano e proteggono la parte più buona e tenera: il cuore. Anche noi somigliamo al carciofo. Il nostro centro, il nostro cuore con le sue ragioni è racchiuso sotto tanti strati che lo proteggono, ma che alle volte non ci permettono quasi più di sentirne il battito, il sospiro, la voce, il canto. Giorno dopo giorno possiamo perdere il contatto con il nostro centro vitale e rischiamo di ammalarci. All’inizio si tratta solo di fastidi passeggeri, poi sperimentiamo episodi acuti, infine i malesseri si cronicizzano e nei casi più gravi le malattie diventano letali. Se il nostro benessere ha in gran parte a che fare con questa connessione consapevole, come si fa a rimanere in comunicazione con il proprio centro vitale? Ci sono tanti modi, uno di questi è l’arte o meglio la libera espressione artistica. Vi sarà capitato di vedere un buon film, di leggere un bel libro, di vedere un quadro che vi emoziona, di ascoltare della musica coinvolgente o di vedere dei ballerini danzare con armonia e di percepire con i vostri sensi che tutto ciò ha su di voi un effetto benefico, rilassante e compensativo. Immaginate ora se foste direttamente voi a dipingere, cantare, scrivere, recitare, ballare senza schemi fissi e senza finalità di nessun tipo se non quella di esprimervi liberamente attraverso il vostro canale preferenziale, perché ciascuno di noi ne possiede uno in particolare. Potreste avere un canale corporeo, allora il movimento e la danza saranno i vostri compagni di viaggio, se invece avete un canale visivo, la pittura e la scultura saranno le vostre fedeli amiche, con un canale uditivo non potrete fare a meno dei suoni, della musica e del canto. La scrittura sarà la vostra musa se il vostro canale è narrativo, se invece avete più canali espressivi in contemporanea il teatro potrebbe essere ciò che fa per voi. Non si tratta di diventare dei Nureyev, dei Picasso, dei Pavarotti, dei Calvino o dei Carmelo Bene, ma di potersi esprimere liberamente per restare connessi al proprio centro vitale. La libera e personale espressione artistica è un medium in grado di far emergere a livello della coscienza il nostro più profondo insight, cioè la nostra capacità intuitiva di risolvere problemi e di affrontare positivamente situazioni personali e sociali. Se poi le tracce artistiche prodotte ed esperite vengono benevolmente accolte, ascoltate e tematizzate potremo scoprire con grande sorpresa le proprietà terapeutiche che l’arte offre ai suoi frequentatori. Provare per credere.


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Maria Teresa Cardarelli

Gennaio 2024