La recente esperienza che si vuole presentare scorge una contaminazione tra arte e psicologia, più precisamente tra l’Arte Effimera (declinata mediante i Mandala) e la tecnica della Mindfulness. Tra queste discipline ci sono tanti punti in comune e questo ci ha consentito, di proporre un percorso esperienziale per adulti su un duplice binario: artistico /espressivo e psicologico / di crescita personale.

L’arte effimera è un’arte, un fare che ha una durata temporanea (dal greco epì- ed emèra, “dell’arco di un giorno”). Interpreta il massimo della transitorietà e della concretezza stringente dell’opera realizzata e del materiale usato. Anche oggi, in oriente, i mandala vengono realizzati dai monaci per motivi rituali e simbolici e successivamente dissolti o dispersi perché il fine ultimo non è l’opera in sé, ma il processo meditativo che ne sta alla base.

Questa tipologia di espressione artistica è stata appunto scelta, in virtù delle sue caratteristiche, poiché si sposa molto bene a livello concettuale con la disciplina della Mindfulness. Quest’ultima condotta dal medico Kabat-Zinn, dall’Oriente in Occidente, ha poi ottenuto un largo consenso nella comunità scientifica.

La mindfulness è una tecnica che rientra in un approccio terapeutico chiamato con l’acronimo ACT (Acceptance and Commitment Therapy) e la sua matrice scientifica è di origine cognitivo comportamentale, ma oggi viene ampiamente utilizzata anche in ambito non strettamente clinico.

L’ACT ha come scopo principale l’accettazione di esperienze, emozioni, pensieri e la messa in atto di azioni coerenti con i propri valori personali. La mindfulness è una tecnica che permette di acquisire consapevolezza del momento presente.

Capita infatti ad alcune persone di avere qualche difficoltà e di non riuscire a vivere il tempo presente, ma di pensare costantemente al futuro, anticipando i problemi e preoccupandosi in sostanza di tutto e tutti. Altre persone invece tendono a rivivere esperienze spiacevoli del passato, si rammaricano per situazioni già vissute che non possono modificare, si colpevolizzano per come sono andate le cose. La pratica quotidiana della mindfulness aiuta a vivere nel presente senza tentare di scacciare i propri pensieri e le proprie sensazioni.

Nel percorso laboratoriale proposto il focus muove da un processo cognitivo, ovvero dal prestare attenzione al qui ed ora, in maniera consapevole e non giudicante. Il primo ancoraggio per restare nel presente è connettersi all’esperienza corporea, in particolare alla presenza del proprio respiro. Esso infatti diventa centrale, come anche tutte le sensazioni fisiologiche e corporee sulle quali si lavora concretamente durante le sessioni di mindfulness.

In ogni incontro sono stati sperimentati due momenti: uno iniziale, dedicato ad un esercizio di pratica esperienziale di mindfulness, basato su una metafora scelta ad hoc per esplorare i sei processi dell’esagono della flessibilità del modello ACT (1.Contatto con il momento presente; 2.Valori; 3.Azione impegnata; 4. Sé come contesto; 5. Defusione; 6. Accettazione). La metafora consente, di accedere ad una visualizzazione in una cornice meditativa. Mentre il secondo momento è stato dedicato alla ricerca espressiva mediante l’arte effimera, effettuata individualmente e/o in gruppo e applicata ai mandala. Anche nel nostro percorso, di tutte le produzioni realizzate non è rimasto nulla di duraturo. Bensì rimane l’esperienza che si vive e che si sta attraversando in quel momento, le emozioni, gli echi e le suggestioni; un ponte emotivo tra gli incontri tematici e l’esperienza quotidiana.

Bibliografia :

Siegel D.J.,Mindfulness e cervello, Raffaello Cortina Editore

Schwartz, J. (1997). Il cervello bloccato. Longanesi – Milano

Stefania Mele (2010) La relazione mente-corpo. Embodiment, mindfulness, neurofenomelogia.di Mele Stefania. Libreriauniversitaria.it

La presente relazione è stata tenuta dalla psicologa Monia Schiavo nell’ambito degli Open days svoltisi al TauLab nel settembre 2016.