La nostra mente cerca la forma1. Cerca in particolare una forma conchiusa, definita, simmetrica, bilanciata, equilibrata, armonica e riconoscibile…..come un mandala. Il percussionista Marcello Davoli ha dato suono a mandala dipinti e io proverò a dimostrare che un suono è una forma e che questa forma è riconosciuta dalla nostra mente come piacevole, quando è simmetrica. Numerosi studi2 hanno dimostrato che le forme simmetriche vengono preferite. Questa preferenza non è frutto dell’educazione, perché si ritrova anche nei neonati che si soffermano più a lungo a guardare visi simmetrici, come se nel nostro cervello fosse inscritta un’idea di ordine. Se parliamo di ordine, parliamo di successione, cioè di elementi che si susseguono. Così al concetto prettamente spaziale di simmetria abbiamo aggiunto l’elemento temporale della successione: il ritmo. E cosa è il ritmo? Platone rispondeva: ordine nel movimento. Questo ordine, questa successione ordinata è piacevole perché è riconoscibile. Crea un’aspettativa che viene realizzata, come una favola che i bambini vogliono sentirsi raccontare sempre uguale. Ciò si spiega perché il nostro cervello si è evoluto dovendo risolvere numerosi problemi, il più grande quello della sopravvivenza, dove è fondamentale per lui riconoscere i luoghi e le cose che gli sono utili. Gli esseri umani devono anche continuamente decodificare stimoli rapidi e sottili come le espressioni altrui per potersi rapportare adeguatamente agli altri. La mente umana è continuamente impegnata nel decodificare, mandare a memoria o richiamare dalla memoria dei dati. Il cervello riposa, si culla, quando attraverso i sensi gli si forma un’immagine riconosciuta e gradevole. Un’immagine regolare è più facile da ricordare, da richiamare, da ‘avere a scaffale’ nella memoria. L’arte figurativa nell’antichità ricercava l’equilibro, la verosimiglianza e la bellezza delle forme che rappresentava. Bisogna arrivare al ‘900 per trovare nell’arte moderna e contemporanea una rottura di questa regola. Infatti, a mio avviso, certe forme per esempio del cubismo o i tagli di Fontana, non sono esattamente piacevoli, ma possono venire apprezzati ad un altro livello. Spesso rimandano ad un problema, magari sono una forma di denuncia sociale o sono inquietanti. Essi soddisfano la nostra voglia di ricercare, una sfida intellettuale, ma non danno un piacere immediato. Per capire certe forme di arte contemporanea abbiamo bisogno dei nostri circuiti cerebrali superiori, della neocorteccia, ma il piacere ha luogo nei circuiti inferiori3 nel nostro cervello arcaico. Il piacere è un circuito che coinvolge parti antiche del cervello e la musica va colpire proprio lì. La musica ha progressioni armoniche che, spesso, sono ‘giri’ quindi cerchi. Per esempio i blues hanno un giro armonico che si svolge in 12 battute, tutte di 3 o di 4/4 con una successione di accordi predefinita: è un ritorno a casa. Il mandala contiene, come molte forme d’arte, elementi ricorrenti ed elementi sorprendenti. Ricorrente è la forma circolare, sorprendente è il contenuto del cerchio. Le sorprese ci piacciono fino a che sono limitate e nel mandala veniamo rassicurati dal cerchio che le contiene. Inoltre la musica, come il mandala, essendo insatura, cioè non espressa a parole dal significato preciso, ci consente una delle cose che al nostro inconscio piace di più: attribuire il significato nel modo e nell’intensità di cui abbiamo bisogno per esprimerci. La musica ,come l’arte visiva, ci consente di proiettare i nostri significati inconsci. E l’inconscio si trova bene nelle forme simmetriche perché l’inconscio è simmetrico4. Il suo cerchio esterno, l’equidistanza di tutti i punti dal centro ci porta proprio a ricercarlo. Lo individuiamo anche se non è segnato come una forza gravitazionale dell’occhio, come un cadere al centro, con un tonfo, un colpo di percussione. Una percussione….un suono…una presenza di vita5…una risonanza….un vibrare assieme. Se vibra è dunque tatto e il tatto, l’essere toccati, produce piacere6 . La ragione psicoanalitica potrebbe essere che è sinonimo di presenza, di compagnia, avversaria della solitudine. La ragione neuro scientifica è che l’essere toccati fa produrre oppiacei endogeni, morfina cioè piacere e felicità. La culla del ritmo è l’Africa e ancor oggi la musica afro-americana è tipicamente circolare. Circolare come il cerchio delle tribù, ritmata come le danze rituali, circolare come un mandala, ricorrente, rilassante, incalzante, trascinante…..ipnotica!
Concludendo possiamo dire che il suono è:
- vita perché è presenza
- calmante perché circolare
- fonte di piacere perché tattile
- ipnotico perché trascina con sé
e mi sembra che tutte queste qualità si applichino anche ai mandala .
Note
1 Kanizsa, Legrenzi, Sonino ‘percezione, linguaggio, pensiero’
2 Ibidem
3 Panksepp e Bivet ‘Archeologia della mente’
4 I., Matte Blanco ‘l’inconscio come insiemi infiniti’
5 Paolo Fornari ‘psicoanalisi della musica’
6 Panksepp e Bivet ‘Archeologia della mente’
La presente relazione è stata tenuta dalla psicologa e psicoterapeuta Giuliana Gibellini nell’ambito degli open days svoltisi al TauLab nel settembre 2016 .